sabato 9 settembre 2017

Lettera ad un malato cronico sulla Presa in Carico

Caro Assistito,

                         le preoccupazioni manifestate pubblicamente circa le conseguenze della Presa in Carico della cronicità (da ora PiC) sulla relazione tra assistiti e medici di MG (MMG) segnalano un disorientamento che merita ascolto, considerazione e alcune precisazioni per evitare allarmismi tra i diretti interessati alla PiC, ovvero quel 35% di lombardi portatori di una o più condizioni croniche.

Prima di tutto l'adesione alla PiC, che si concretizza nella scelta di un Gestore sia o non sia il proprio Medico di Medicina Generale (MMG), non è obbligatoria ma facoltativa, a norma dell'art. 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”) e in base al principio della libera scelta, da sempre cardine dalle politiche Regionali.

Effettivamente esiste l’ipotetico rischio, paventato da alcuni, che la scelta di gestore privato, con vocazione al profitto ed estraneo alla Medicina del territorio, possa in qualche modo emarginare se non estromettere il MMG dalla cura dei propri pazienti ed aprire così la strada ad un’implicita privatizzazione della sanità pubblica in Lombardia.

Tuttavia l’assistito ha la legittima facoltà di declinare la proposta di PiC, se il proprio MMG non si propone come Gestore; in tal caso la conduzione della sua patologia resta quella attuale, secondo le modalità raccomandate nei Percorsi Diagnostico Terapeutici ed Assistenziali (PDTA), in vigore da oltre 10 anni nell’ATS di Brescia; grazie alla lungimiranza della Dirigenza ATS (ex ASL) e alla fiducia nella professionalità dei MMG è stato realizzato un modello assistenziale, unico nel suo genere in Italia, a cui ha aderito l’80% dei medici.

L’iniziativa lombarda deriva dalle indicazioni del Piano Nazionale della Cronicità, ma non è l’unico modello proposto; in Liguria, ad esempio, è stato recentemente raggiunto un accordo innovativo tra l’assessorato e i sindacati medici che affida al MMG il ruolo di “regista” e primo attore dell’assistenza alla cronicità, in sinergia e collaborazione con altri professionisti sanitari, prevenendo quindi ogni rischio di privatizzazione.

Malauguratamente le delibere lombarde sulla PiC non hanno tenuto in debito conto che la stragrande maggioranza dei medici bresciani accompagna da sempre e in modo attivo i pazienti cronici nel loro percorso sanitario- come del resto tutti gli assistiti sani - sia informalmente sia seguendo le raccomandazioni dei PDTA, come dimostrano i report del Governo Clinico dell’ATS di Brescia.: https://www.ats-brescia.it/bin/index.php?id=317.

Inoltre corre l’obbligo di altre precisazioni per i lettori preoccupati:

  1. il gestore della PiC può essere il MMG del paziente cronico, a patto che si associ ad una delle cooperative presenti sul territorio regionale (nell’ATS di Brescia, ad esempio, sono almeno 4) a cui ha aderito poco più di 1/3 dei medici lombardi. In questo caso il MMG-gestore compilerà di propria iniziativa il PAI (Piano Assistenziale Individuale) e farà sottoscrivere agli assistiti il cosiddetto Patto di Cura, che segnala l’avvio della PiC, a partire dal 2018;
  2. nel caso in cui, al contrario, il medico curante non aderisca alla PiC il paziente non è tenuto a scegliere un altro gestore; resterà quindi affidato al proprio MMG che gli garantirà gli attuali servizi sia in termini quantitativi che qualitativi, nel senso della conduzione unitaria e continuativa dei suoi problemi di salute a 360 gradi, così ben descritta e apprezzata dal lettore;
  3. il MMG peraltro rimane sempre il titolare delle prescrizioni farmaceutiche e della cura di tutte le altre condizioni cliniche, acute o croniche, che spesso si associano alle patologie di base, che aderisca oppure no alla PiC.
In conclusione, per rispondere alle incertezze sulla PiC, i malati cronici possono stare tranquilli: nessuno può essere obbligato a scegliere un gestore estraneo alla Medicina Generale, se non lo desidera, e men che meno ad interrompere la relazione fiduciaria con il proprio medico, che assuma o meno il ruolo di gestore; ad ogni buon conto il rischio paventato, vale a dire l'estromissione del MMG dalla cura dei propri assistiti affetti da patologie croniche a vantaggio di grandi organizzazioni private orientate al profitto, può essere evitato dagli assistiti stessi con la libera scelta di un gestore di propria fiducia o di astensione dalla PiC.

La MG ha da sempre individuato nella cura integrata e globale delle condizioni croniche la propria “mission” e una vocazione professionale prioritaria a tutela della salute dei cittadini, specie i più deboli e bisognosi di accompagnamento e cure.

Cordiali saluti e buona salute!

Nessun commento:

Posta un commento