lunedì 21 agosto 2017

Attualità del dott. Knoch, ovvero l'irresistibile e inarrestabile trionfo della medicina

Secondo il bioeticista von Engelhart i rapporti tra letteratura e medicina si collocano a tre livelli: una funzione della medicina verso la letteratura, l’inverso cioè della letteratura per la medicina ed infine una funzione della letteratura per una comprensione più approfondita della medicina, e soprattutto del rapporto tra medicina e società. La pièce teatrale "Knoch o il trionfo della medicina" di Jules Romain, pseudonimo dello scrittore francese  Lois Arigoule (1885-1972), e’ un esempio tipico di quest’ultimo rapporto, per così dire didascalico ed interpretativo.
Due parole sull’autore, Jules Romain, celebre in patria più per le opere teatrali di carattere satirico che non per il monumentale romanzo “Les hommes de bonne volontè” (saga sulla vita sociale europea di inizio secolo in 27 ben volumi, completata nel 1956). Romain propugnò un proprio ideale, l’umanismo, secondo il quale ogni gruppo umano possiede una sorta di anima collettiva che accomuna tutti i suoi membri, spesso inconsapevolmente, che prefigura una sorta di socialismo utopistico. 
Oltre a “Knoch” Romain scrisse altre commedie farsesche che prendevano di mira i miti, gli errori e le ipocrisie della società dell’epoca. Il “Trionfo della medicina” venne rappresentato a Parigi nel dicembre 1923, con un immediato e clamoroso successo di pubblico, e verrà riproposto sugli schermi cinematografici qualche anno dopo. La pièce, anche se non è mai stata tradotta in italiano, è abbastanza nota nell'ambiente medico, venendo spesso citata come esempio di invadenza sociale o, come si dice più modernamente, di autoreferenzialita’ della medicina.   
Jules Romain descriveva quasi un secolo fa, nel solco della tradizione satirica à la Moliere  e grazie alla preveggenza del grande artista, la cosiddetta medicalizzazione di fine secolo, criticata negli anni settanta dai sociologi bastian contrari, alla Ivan Illich per intenderci.
La commedia racconta la metamorfosi socio-antropologica indotta dall'arrivo a Saint-Maurice del giovane e intraprendente dott. Knoch, che prende il posto del vecchio medico di campagna dott. Parparlaid dopo averne acquistato la clientela. Grazie a quella che oggi definiremmo una campagna di marketing vincente il brillante professionista, in sinergia con farmacista e maestro del paese,  riesce nell'impresa di mettere letteralmente a letto gli abitanti di Saint-Maurice. Il suo slogan è: "I sani sono dei malati che si ignorano". Lo strumento concettuale del cambiamento è la ridefinizione del binomio salute/malattia, in virtù di un chiaro spostamento di accento sul secondo termine. 
Ecco un florilegio del Knoch-pensiero:"Da parte mia, non conosco che persone più o meno colpite da malattie più o meno numerose, a evoluzione più o meno rapida"; “Ritengo che, malgrado tutte le tentazioni contrarie, noi dobbiamo lavorare alla conservazione del malato”; "Per me un medico che non può appoggiarsi ad un farmacista di prim'ordine è un generale che va in battaglia senza artiglieria". La strategia di marketing di Knoch è, considerata l’epoca, una vero colpo di genio: in pratica riserva un ambulatorio per gli abitanti del paese, con visite interamente gratuite per "spirito filantropico", al fine di "arginare il progresso inquietante di malattie di ogni genere che invadono da qualche anno le nostre regioni una volta così salubri", poiché niente lo irrita "come quell'essere né carne né pesce che voi chiamate essere sano". Il successo è immediato e travolgente; dopo il grigiore professionale del dott. Parparlaid, finalmente “l’età medica può cominciare”.
L’astuta messa in scena vince le resistenze degli increduli e avari abitanti del villaggio; grazie ad un pomposo linguaggio scientifico Knoch convince la gente a farsi curare malattie immaginarie finchè, alla fine della commedia, la locanda del paese si trasforma in un ospedale affollato di degenti. Così il dinamico filantropo contempla, soddisfatto di se, il paese "tutto impregnato di medicina, animato e percorso dal fuoco sotterraneo della nostra arte”. Sembra proprio la descrizione ante litteram del pervasivo impatto sociale della medicina di fine millennio. Per la verità una differenza con l'odierno scenario c'è: se all'inizio del secolo la carta vincente di Knoch era lo sguardo indagatore che gettava una luce impregnata di malattia sulla supposta salute degli ignari e potenziali pazienti, oggi il pendolo del binomio salute malattia pende dalla parte del primo termine, alimentando con la prospettiva della prevenzione una nuova cultura salutista a tratti ossessiva e altrettanto pervasiva.
C’e’nella commedia un episodio che spiega meglio delle analisi sociologiche la scarsa visibilità della medicina generale di oggi, a cui fa ombra la tecnomedicina"trionfante" del nuovo millennio. La domestica della locanda, folgorata dalla scienza di Knoch, addirittura non riconosce il dott. Parparlaid tornato a Saint-Maurice per far visita al collega a qualche mese dalla “rivoluzione” sanitaria. Non solo ma la donna estende la sua scotomizzazione ai servizi medici dell'era pre Knoch, affermando in modo disarmante: "Non sapevo che ci fosse stato qui un medico prima del dott. Knoch".
Ecco alcune scene: i protagonisti sono il rampante Knoch che giunge nella condotta retta dall'anziano dott. Parpalaid, in procinto di "cedere" la clientela al giovane e brillante collega cittadino, fresco di studi.
1) La dimensione contrattuale tra medico e paziente
-Knock: (...) Parlando tra di voi del dottor Parpalaid, che parole usavate?
-Annunciatore: Dicevamo: "È un brav'uomo, ma non troppo forte".
-Knock: Davvero!
-Annunciatore: Quando andavamo da lui per una visita non trovava.
-Knock: Cos'è che non trovava?
-Annunciatore: Quello che avevate. Nove volte su dieci, vi congedava dicendo: "Non è nulla, domani starete benissimo amico mio".(...) E poi vi indicava rimedi da quattro soldi; a volte una semplice tisana.Capirete bene che la gente, pagando 8 franchi per una consultazione, non gradisce poi ricevere rimedi da quattro soldi.
2) Potere e parole
 -Mme Parpalaid: La gente qui viene giusto ogni tanto per una consultazione.
-Knock: Cosa?
-Mme Parpalaid: Ma sÌ.
-Knock: E allora, come fate con i clienti regolari?
-Mme Parpalaid: Quali clienti regolari?
-Knock: Ma come! Quelli che visitate più volte alla settimana, o più volte al mese?
-Mme Parpalaid (al marito): Hai sentito cosa ha detto il dottore? Clienti come dal panettiere o dal macellaio? 11 dottore è come un debuttante. Si fa delle illusioni.
3) L'era della medicina
 -Knock: Le donne sono molto pie? (il dottor Parpalaid si mette a ridere) La domanda per me ha una certa importanza.
-Mme Parpalaid: Molte vanno a messa.
-Knock: Ma Dio, occupa uno spazio importante nei loro pensieri quotidiani?
-Mme Parpalaid: Ma che idea!
-Knock: Perfetto! (riflette) Non ci sono grandi vizi? (...) Oppio, cocaina, messe nere, sodomia, convinzioni politiche? (...) nell'ordine delle sette, delle superstizioni, di società segrete?
-Mme Parpalaid: Per un periodo alcune dame hanno fatto dello spiritismo (...) ci si riuniva dalla moglie del notaio e si faceva parlare il guaritore.
-Knock: Male, male. Detestabile.
-Mme Parpalaid: Ma credo che abbiano smesso.
-Knock: Ah sì? Tanto meglio! E stregoni, taumaturghi, pastori odoranti di capra che guariscono imponendo le mani?
-Mme Parpalaid: Prima forse, ora non più.
-Knock: (camminando e fregandosi le mani) Bene! Finalmente l'età della medicina può cominciare.
4) Autonomia, autocontrollo, autorità...
-Knock: "È scientificamente dimostrato, chiaro come la luce, in seguito a casi osservati, che si può tranquillamente andare in giro con un fisico robusto, la lingua rosa, un appetito eccellente, ed ospitare nelle più remote pieghe del proprio corpo trilioni di bacilli di grande virulenza, e capaci di infettare un comprensorio intero. Forte della teoria e della mia esperienza, ho il diritto di sospettare anche il primo venuto di essere un portatore di germi. Voi ad esempio, non c'è nulla che mi provi che non ne siate uno". (...)
-Bernard: "Voi pensate che io, dottore, sia un portatore di germi?".
5) Knock e la diagnosi
-Knock: Cosa volete! Questo accade anche mio malgrado. Appena mi trovo di fronte a qualcuno non posso evitare che una diagnosi nasca in me... anche se è totalmente inutile e fuori luogo.
(Confidenzialmente) Al punto che, da qualche tempo, evito anche di guardarmi allo specchio.

sabato 19 agosto 2017

Precisazioni sulla Presa in Carico e nuovo cronoprogramma

A proposito della Presa in Carico (PiC) dei cronici in Lombardia girano in internet informazioni imprecise, come quelle del blog gestito da Vittorio Agnoletto (si veda il PS), da imputare a scarsa dimestichezza con le cure primarie. Corre quindi l’obbligo di qualche doverosa precisazione per evitare allarmismi, non tanto per gli addetti ai lavori ma per i diretti interessati alla PiC, ovvero i portatori di una o più condizioni croniche.

Prima di tutto l'adesione alla PiC non è obbligatoria ma facoltativa, sia per i MMG che a maggior ragione per gli assistiti, a norma dell'art. 32 della Costituzione (Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge) e in base al principio della libera scelta. Se l’assistito non accetta la proposta di PiC la gestione della sua patologia resta quella attuale, generalmente secondo i criteri dei Percorsi Diagnostico Terapeutici ed Assistenziali (PDTA), in vigore da almeno 10 anni in molte ATS (si veda ad esempio il Governo Clinico dell’ATS di Brescia: https://www.ats-brescia.it/bin/index.php?id=317 ). Le delibere sulla PiC non hanno tenuto in debito conto che la maggioranza dei medici del territorio ha già da tempo preso in carico proattivamente i propri assistiti cronici, sia in modo informale e "familiare" sia seguendo le specifiche indicazioni dei relativi PDTA. Proprio per questo al 31 luglio si sono proposti come gestori della PiC poco più di 1/3 dei generalisti (2.160, aderenti a 39 Cooperative, su 6264 MMG lombardi) mentre i co-gestori arrivano al 4%.

Inoltre:
  • il gestore può essere il MMG del paziente cronico, a patto che associ ad una delle cooperative di Medici di famiglia che esistono già sul territorio (ad esempio quelle nate per gestire i CReG) o che si sono costituite in tutta la regione (nell’ATS di Brescia, ad esempio, sono almeno 4). In questo caso il MMG-gestore compilerà di propria iniziativa il PAI e farà sottoscrivere ai pazienti che lo desiderano il cosiddetto Patto di Cura, che segnala l’avvio della PiC, a partire dalla primavera del 2018;
  • se il malato sceglierà, come probabile, il proprio MMG come gestore, per lui non ci sarà nessun rischio di venire "trasferito" o di dover chiamare un altro gestore al posto del proprio MMG. come afferma allarmisticamente il titolo del pezzo (il MMG peraltro rimane il titolare della gestione farmacologica e di tutte le altre condizioni cliniche, acute e croniche, che spesso si associano alle cronicità di base, sia che diventi gestore sia che non aderisca alla PiC);
  • le strutture private hanno poco interesse ad investire risorse nella cronicità perchè gli incentivi economici per gestire il complesso processo della PiC sono limitati e perchè privilegiano i DRG per acuti - leggi chirurgia- ben più remunerativi;
  • il massimale dei medici di MG è di 1500 assistiti; questo limite non ha nulla a che vedere con il numero massimo di cronici che un gestore/cooprativa può prendere in carico, ovvero 200000 per ogni ATS;
  • le lettere ai malati cronici con la proposta, ovviamente facoltativa, di scegliere uno dei gestori sulla piazza arriveranno ad inizio 2018;
  • tra i sindacati medici che hanno annunciato il ricorso al TAR contro le due delibere, in discussione il 12 settembre, c'è anche lo SNAMI, particolarmente radicato a Milano, che ha dato anche indicazione ai propri iscritti di non aderire alla PiC, sebbene sul territorio si sono costituite Cooperative per iniziativa di dirigenti locali dello stesso SNAMI.
 Ecco l’ultima versione del cronoprogramma della PiC (Delibera 7038 del 3 agosto)
  • Entro il 30 settembre 2017: Valutazione dell’idoneità dei gestori, dei co-gestori e degli erogatori. Predisposizione e pubblicazione:
  1. dell’elenco degli idonei al percorso di presa in carico (ruolo gestore e co-gestore)
  2. dell’elenco degli idonei per il ruolo di erogatore a supporto della presa in carico dei pazienti cronici da parte dei MMG/PLS in forma aggregata
  • Entro il 31 ottobre 2017: I MMG/PLS in forma aggregata esplicitano la filiera erogativa (elenco idonei erogatori)
  • Entro il 30 novembre 2017: ATS valuta la filiera erogativa dei MMG/PLS in forma aggregata
Le cooperative di MMG faranno da Gestori della presa in carico tramite i loro soci ma non forniranno servizi direttamente, tranne forse il call center o in certi casi il case manager. La cooperativa a sua volta dovrà quindi sottoscrivere contratti con
  1. gli erogatori di prestazioni diagnostiche (ovvero le ASST/ospedali pubbliche o altre strutture accreditate come ospedali profit) e
  2. i cosiddetti provider tecnologici, cioè società di servizi che si faranno carico del call center (telefonate di ricordo dei pazienti, agende delle prestazioni e prenotazioni etc..) e di tutta l'infrastruttura informatica per l'invio dei dati sulle prestazioni e del monitoraggio dei processi.
Un apparato burocratico-amministrativo che potrebbe assorbire fino al 70% delle risorse messe a disposizione dalla regione per la gestione della PiC (35, 40 e 45 Euro in funzione della complessità del caso, comprensivi di 10 € per il PAI), lasciando quindi alle cooperative di MMG pochi margini economici.

P.S. http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/15/regione-lombardia-sei-malato-non-chiamare-il-medico-ora-ce-il-gestore/3586471

lunedì 14 agosto 2017

Il salutismo? E' la pandemia del terzo millennio!

E' di pochi giorni fa la notizia che il bodybuilder Rich Piana, noto nell'ambiente con il soprannome di Hulk, è stato trovato in coma: la diagnosi dei medici accorsi nella sua casa in Florida alla chiamata della compagna è  stata «Overdose di anabolizzanti», di cui il famoso culturista fa uso da 30 anni per apparire come l'eroe della serie televisiva americana. Certo si tratta di un caso estremo di auto-manipolazione dell'aspetto fisico, la proverbiale parte emersa di un iceberg che si manifesta come "caso umano" a beneficio delle cronache giornalistiche, ma che segnala nel contempo la presenza di una parte sommersa più consistente e diffusa, nel segno dell'enhancement di una funzione corporea.

La psichiatria ad esempio ha iniziato ad indagare quella sorta di psicopatologia da palestra, che coinvolge schiere di giovani, perlopiù maschi, alla spasmodica ricerca della forma fisica e del massimo vigore del proprio apparato muscolo-scheletrico. La nuova entità nosografica, per ora solo abbozzata in attesa di entrare ufficialmente nel prossimo DSM, ha un nome che è anche un programma d'azione: la vigoressia, o complesso di Adone, è la preoccupazione ossessiva per la propria forma fisica che si esprime con un'assidua frequentazione delle palestre per potenziare e consolidare l'apparato locomotore e il tono muscolare. Altro comportamento al confine della normalità è quello delle persone dedite al jogging in modo compulsivo che, per effetto delle endorfine liberate dallo sforzo fisico prolungato, sviluppano una sorta di dipendenza per lo “sballo” da corsa, per cui in casi estremi possono non avvertire il dolore precordiale dell’infarto o quello della frattura di un segmento osseo.

Non di rado alla vigoressia si associa l’altra ossessione salutista dei nostri tempi, l’ortoressia: la preoccupazione assillante par la qualità dell’alimentazione che diventa una vera e propria ragione di vita e condiziona l’esistenza di alcune persone fino all’isolamento sociale e al deperimento organico. Sono casi estremi che però segnalano un diffuso idem sentire ed agire che sfuma in uno spettro clinico, che va dalla patologia conclamata fino a gradi minori di preoccupazione per l’efficienza fisica ma più diffusi socialmente rispetto alle due forme psichiatriche (basta osservare il proliferare delle palestre dotate di attrezzi tecnologici, a mo’ di catene di montaggio del fitness).

L’emergere di questi nuovi fenomeni psichiatrici, sconosciuti fino a poche decine di anni fa, segnala la comune matrice socioculturale, e non certo biologica, dei comportamenti patologici che hanno come denominatore comune la ricerca, il potenziamento o la difesa di un’idea di salute e di benessere assoluti ed estremi, ma irraggiungibili, talvolta a prezzo della messa a repentaglio della stessa integrità psicofisica.

Il filosofo Adorno emigrato negli USA durante la seconda guerra mondiale per sfuggire ai nazisti aveva condensato in un aforisma, inserito nella raccolta Minima Moralia, lo spaesamento per il contatto con la cultura del nuovo mondo che si manifestava, a suo dire, in forme di “salute mortale”. Qualche decennio più tardi il sociologo Ivan Illich coniava l’espressione “nemesi medica” per descrivere il rischio che le pratiche mediche si convertissero in effetti perversi e controintuitivi, jatrogeni e patogeni, in nome della lotta alla malattia, della ricerca spasmodica di una salute positiva e di un benessere completo. Le fosche previsioni dei due intellettuali sembrano avverarsi nel presente, trasformando il salutismo nella più subdola malattia epidemica del terzo millennio.
In questo scenario suona quanto mai attuale l’ammonimento del motto scolpito, secondo la tradizione, nel tempio di Apollo a Delfi: niente di troppo! 

martedì 1 agosto 2017

Medici aderenti alla Presa in Carico dei cronici in Lombardia: confronto tra dati ISTAT e dati dell'assessorato

Ecco i dati delle adesioni alla proposta di gestore della Presa in Carico dei cronici in lombardia comunicati dall'assessore: 2.393 su 5364 MMG in attività pari, secondo l'assessore, al 45%. Al link i dettagli statistici sulle adesioni per ATS:

http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=53163

In verità i numeri complessivi dei medici in attività sono un po' diversi da quelli indicati nell’articolo, senza contare la mancanza dei pediatri, compresi nelle delibere sulla PiC al pari dei MMG. Come si evince dai dati presenti sul sito dell’ISTAT https://www.istat.it/it/lombardia/dati?qt=gettable&dataset=DCIS_ASSBASE&dim=21,0,0&lang=2&tr=0&te=0.al 2013 complessivamente i medici lombardi sul territorio nel 2013 erano 7720 (6535 MMG + 1185 PLS) superiori quindi di 2356 unità rispetto al dato fornito dall’Assessore (+43%).

Proviamo comunque a fare qualche calcolo a mo' di verifica indiretta dei dati riferiti nell'articolo di Quotidiano Sanità:

• Totale Abitanti Lombardi al 2016: 10.019.166
• Negli ultimi 15 anni ci sono state circa 90.000 nascite all'anno, per un totale di 1.260.000 lombardi in età pediatrica (1-14 anni) arrotondati a 1.300.000 per via degli immigrati
• Totale popolazione in età adulta quindi 8.700.000 lombardi circa
• Se i MMG in attività fossero 5364, come riferito dall'Assessore, avrebbero in media 1621 assistiti a testa, cioè saremmo fuori di oltre 300 pazienti rispetto ai parametri della convenzione
• Se invece, come da dati ISTAT 2013, i MMG in attività sono circa 6535, abbiamo una media di 1331 assistiti a MMG, dato in linea con il rapporto ottimale stabilito.dalla regione (1300) e a quello ISTAT del 2013.

Conclusione: il numero reale di MMG in Lombardia (6530) è superiore del 22% circa rispetto alla cifra di 5364. Quindi il dato effettivo degli aderenti alla PiC (2393 su 6535) scende dal 45% al 36%, perlomeno in base alle statistiche dell’STAT. Se si aggiungono i 1185 pediatri la percentuale complessiva di aderenti alla PiC arriva ad 1/3 circa dei medici del territorio., ovvero quai il 15% in meno rispetto al dato riferito.

P.S. La discrepanza tra dati ministeriali e regionali è stata spiegata dall'Assessore con successive comunicazioni: nel computo delle adesioni alla PiC non sono stati considerati i medici ultra 65enni che andranno in pensione nei prossimi anni e che sono stati detratti dal numero complessivo dei MMG in attività.